Il nuovo complesso scolastico ragiona sul concetto del costruire nel verde più che nel consolidare il tessuto urbano esistente; ovvero trovando nella naturalità dei frammenti persistenti di verde la ragione del suo essere, che si esprime in forme libere e sinuose, dove la vera architettura è lo spazio verde, gli alberi con le loro chiome, mentre gli edifici divengono volumi ancillari, trasformati in “vasi alberati”, polmoni verdi del nuovo “paesaggio dell’apprendimento”. L’idea di progettare un complesso scolastico all’interno di un ampio parco alberato, ha portato i progettisti alla inscindibile analisi architettura-paesaggio.
Il contrasto che si percepisce tra città e natura, ha portato i progettisti a ideare un’architettura distaccata da qualsiasi riferimento urbano esistente creando un parco che fosse un “continuum” con la viabilità circostante e in sempre diretta connessione visiva, dando vita ad un dialogo reciproco e costante tra la natura del parco ed il tessuto urbano, fondendo tra loro bosco-natura-architettura-didattica, fusione sottolineata da prospettive arretrate e fronti bassi quasi in parte nascosti. L’architettura del complesso si insinua nel parco con forme organiche, denominate “bolle”.